ArcheoFOSS 2020
Strumenti digitali open source per la documentazione della cultura visuale paleo-mesolitica: dati preliminari da un flusso di lavoro sulle decorazioni incise su supporto calcareo dalla Grotta di Santa Maria di Agnano (Ostuni, BR)

Michele Pellegrino

pellegrino.michele1990@gmail.com

Michele Pellegrino è archeologo specializzato e cultore della materia in Paletnologia, Archeologia della Preistoria e Metodologia della ricerca archeologica presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, nonché collaboratore scientifico per le indagini archeologiche presso il sito di Santa Maria di Agnano (Ostuni).

Donato Coppola

donato.coppola@libero.it

Donato Coppola, già docente di Paletnologia presso l’Università di Roma Tor Vergata e Università del Salento, è attualmente docente presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Bari; Direttore scientifico del Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia meridionale di Ostuni (Brindisi) e delle indagini archeologiche presso il sito di Santa Maria di Agnano (Ostuni).

La complessità genericamente riscontrata nella visualizzazione e analisi dei segni grafici pertinenti al repertorio delle manifestazioni artistiche incise e graffite di età preistorica rappresenta un ostacolo ricorrente alla comprensione dei caratteri del sistema grafemico-simbolico condiviso dai gruppi di cacciatori-raccoglitori di cultura paleo-mesolitica.

Le tecniche consolidate di rilievo grafico e fotografico della ricerca archeologia, ad ogni modo risorse preziose per una documentazione indispensabile, sono oramai integrate da pratiche metodologiche e strumenti di indagine di acquisizione digitale dei dati mediante procedimenti di lavoro ed elaborazioni informatiche.

Con il sostegno delle attuali metodologie e applicazioni digitali, l’analisi della “grammatica dei segni” di età preistorica è virata verso l’indagine interattiva degli oggetti al variare delle condizioni di illuminazione, che ne tenga conto della visione globale dei valori plastici che assumono i singoli segni in relazione al proprio supporto.

La sperimentazione metodologica è stata avviata sul corpus di incisioni su supporto calcareo recuperate nel corso delle indagini stratigrafiche presso la Grotta di Santa Maria di Agnano (Ostuni, BR) e attribuite ad un contesto rituale del primo Olocene: alla visione monoculare del microscopio digitale è stata integrata una documentazione fotografica ad alta risoluzione, calibrata sulla tecnica di acquisizione e di elaborazione di immagini, denominata Reflectance Transformation Imagining (RTI).

Basato sull’algoritmo opensource polynomial texture mapping (PTM), aggiornato e sviluppato dall’University of California Santa Cruz e la Cultural Heritage Imaging ©, il software libero RTIBuilder esegue un processo di mappatura polinomiale delle superfici, elaborando una serie di immagini del soggetto da una singola posizione e in condizioni di illuminazione variabili: stabilito sia un oggetto statico che una vista fissa della camera, l’applicativo codifica il valore di ogni pixel del frame fotografico e calcola le funzioni di riflettanza dai dati acquisiti, rendendo possibile una fruizione analitica del soggetto in modo interattivo.

Il vantaggio di questo metodo, già ampiamente verificato e validato, è la possibilità di creare, all’interno del software visualizzatore RTIViewer, un ambiente di illuminazione virtuale con molte luci, ognuna delle quali consente di aumentare il contrasto locale di una piccola porzione del manufatto, che di solito occupa alcune centinaia di pixel; il rendering non foto-realistico prodotto da questo ambiente virtuale di illuminazione non è riproducibile nel “mondo reale”: il fine scientifico della tecnica è ottimizzare una misura di perfezionamento che massimizzi la nitidezza dell’immagine e allo stesso tempo preservi la luminosità diffusa, garantendo un miglioramento generale della percezione della forma e dei dettagli più particolari, incrementando lo scenario di dati sensibili da esaminare.